Siamo pronti per una nuova avventura, questa volta ad attenderci ci sarà l’Andalusia, la terra del flamenco, delle corride, della paella e della sangria. Le sue case di un bianco accecante con i balconi pieni di fiori colorati e quel cielo azzurro. E come ogni volta sono pronta a guardare il mondo con nuovi occhi, pronta a lasciarmi stupire.
Ci siamo. É finalmente ora di partire! Amando i viaggi on the road, una volta atterrati a Malaga, non può mancare l’auto a noleggio. Il nostro primo albergo si trova a Torremolinos, proprio di fronte Playa Bajondillo, bellissima spiaggia e mare cristallino.
Il diario di viaggio del nostro itinerario on the road comprende le blasonate città d’arte come Granada, Cordoba e Siviglia; la città che ha dato i natali a Pablo Picasso Malaga, città stupenda che combina mare con cultura; l’elegante e vitale Marbella e faremo un fuori rotta andando a Gibilterra, a Jerez de la Frontera. Infine faremo rientro da Madrid. L’estate andalusa può essere molto calda, noi siamo partiti a fine agosto e, fortunatamente le temperature erano accettabili.
Malaga
Città sul mare e ricca di cultura, con i suoi oltre 30 musei tra cui quello di Pablo Picasso. Nota anche per le sue specialità enogastronomiche come la fritura malagueña, un fritto misto a base di pesce, acciughe e calamari che è stato ovviamente il nostro primo pasto appena giunti.
Passeggiando a piedi per il centro storico di Malaga incontriamo la maestosa Cattedrale, chiamata affettuosamente dagli abitanti la “Manquita”, uno dei più impotenti edifici religiosi dell’Andalusia. Proseguendo visitiamo L’Alcazaba, la fortezza araba, il Teatro Romano e il Castello di Gibralfaro da cui è possibile godere di una splendida vista sulla città e sul lungomare con il porto. Una vera immersione in tanta cultura, tanti stili e tanta storia.
Marbella
Marbella è la “regina” della costa del Sol. Qui il sole splende 365 giorni l’anno. Arriviamo che è già sera e ovviamente protagonisti della nostra cena: paella e sangria fresca.
La mattina successiva la dedichiamo al Porto e alle viuzze del centro, molto caratteristiche con tante influenze arabe e tanti ristorantini di cucina andalusa, botteghe di souvenir e tanti tantissimi fiori colorati ai balconi.
Gibilterra
Trascorrere una bella giornata in questa stretta punta della penisola iberica dal carattere inglese e a due passi dal Marocco, vale davvero la pena. Attraversata la frontiera, si parla inglese, la moneta in uso è la sterlina e i cartelli stradali sono in inglese. Oltre ad essere la principale porta d’accesso al Mediterraneo, Gibilterra è conosciuta per la sua Rocca che si staglia a 1400 metri sul livello del mare, si racconta che “Ercole fece erige due colonne, una posta sulla rocca di Gibilterra in Europa e l’altra in Africa, sormontate da una statua raffigurante un uomo, rivolto a est (ossia la direzione da cui provengono i navigatori), recante nella mano destra una chiave, e nella sinistra una tavoletta con l’iscrizione non plus ultra, ossia “non più oltre”.
La particolarità è che per raggiungere con l’auto Gibilterra, dopo aver passato i controlli alla frontiera si deve attraversare la pista di un aeroporto. Tra un atterraggio e una partenza la pista viene chiusa consentendo alle auto e ai pedoni di passare da una parte e l’altra.
Raggiungiamo in auto la cima della rocca, da qui iniziano le principali attrazioni del posto. Appena arrivati siamo stati accolti da simpatiche e dispettose scimmiette, introdotte nei secoli scorsi dall’Africa, si dice che siano la garanzia della dominazione inglese di Gibilterra: finché se ne staranno quiete sulla rocca, la città rimarrà inglese! Il panorama da qui su è meraviglioso, si può ammirare il punto nel quale il più tranquillo Mar Mediterraneo incontra il più impetuoso Oceano Atlantico e sino alle coste africane.
Dopo una breve sosta ad un bar andiamo a piedi per un sentiero che porta alla Saint Michael’s Cave, una splendida grotta naturale, spesso utilizzata per concerti ed eventi, è bellissima. E dopo raggiungiamo i Siege Tunnels, un sistema di gallerie lungo oltre 70 chilometri scavate nella parete rocciosa della rocca dai soldati britannici al fine di proteggere la città dagli attacchi delle truppe spagnole e francesi. All’inizio ero un pò perplessa se addentrarmi e scendere giù per questi claustrofobici corridoi ma oltre che valerne la pena sono facilmente gestibili, per cui il consiglio è di non perdersi questa avventura!
Jerez de la Frontera
Ed eccoci nella culla dello sherry per visitare una cantina storica e molto importante della Spagna, il cui liquore è conosciuto in tutto il mondo, la Bodegas González Byass, meglio conosciuta come Tio Pepe. Una visita alla cantina è un viaggio indietro nel tempo un’esperienza enoturistica senza paragoni.
Siviglia
Impossibile non innamorarsi di Siviglia. Frutto di tante culture e civiltà, una strabiliante mescolanza di architettura romana, islamica, gotica, rinascimentale e barocca. E quel modo di vivere lento e rilassato tipico spagnolo. Gli edifici bianchi e gialli contrastano con le maioliche coloratissime, gli azulejos, dei patios , le soste ai tapas bar, il flamenco, la movida, il vino tinto de verano, la cerveza, le corride ma andiamo con ordine perché c’è veramente tanto da vedere.
Il primo consiglio è di girare a piedi la città. Il centro storico medievale, con il suo labirinto di stradine acciottolate, gli stretti vicoli, i quartieri aristocratici ricchi di cortili e le piazzette nascoste, sorge intorno al tranquillo fiume Guadalquivir. Il Barrio de Santa Cruz, il vecchio quartiere ebraico di Siviglia è il cuore pulsante e romantico della città.
C’è davvero tanto da vedere e da fare, noi iniziamo con il visitare la Cattedrale di Siviglia, la terza più grande del mondo, costruita sul sito di un’antica moschea di cui rimane ancora il minareto, convertito in campanile e noto come La Giralda. L’interno è meraviglioso, le pareti sono così decorate da sembrare quasi ricamate, ci sono due altari, la tomba di Cristoforo Colombo e tre sale che custodiscono importanti tesori artistici e antiche collezioni d’arte private. Prima di salire sulla Giralda, facciamo una pausa nel suggestivo e profumato Patio de los Naranjos, il cortile degli aranci annesso alla Cattedrale, e poi su per godere una vista mozzafiato sulla città;
Prossima tappa l’Alcazar, il Palazzo Reale, un vero complesso monumentale che comprende edifici per una superficie totale di 17.000 metri quadri. I giardini dell’Alcazar risalgono a oltre 1000 anni fa e ancora oggi sono il polmone verde della città.
E terminiamo con una rilassante crociera fluviale sul Guadalquivir, l’unico fiume navigabile della Spagna. Comodamente seduti, stavolta, ammiriamo le diverse zone della Siviglia storica e moderna. Passiamo sotto i suoi ponti e per il quartiere di Triana, osserviamo monumenti come la Torre dell’Oro, i padiglioni di Expo ’92, l’Esposizione ibero-americana del ’29, e le torri di Plaza de España.
Lasciamo Siviglia dopo aver visitato Plaza de Toros, la più antica di tutta la Spagna.
Granada
Pare che nel mondo esistano città che sembrano avere un tocco in più rispetto ad altre, che abbiano una sorta di magia. Granada è tra queste. Nel corso dei secoli ha ispirato artisti e personalità diverse. Da Victor Hugo a Henri Matisse a Federico García Lorca, e ancora Antonio Machado sino a William Shakespeare. E allora lasciamoci ammaliare e ispirare anche noi dai suoi fantastici panorami.
Le prime tappe saranno l’Albaicín e l’Alhambra . Il quartiere di Albaicín è l’antico quartiere arabo di Granada situato sulla collina di fronte all’Alhambra, un labirinto di vicoli, piazze e case dalle facciate intonacate di bianco.
Del quartiere moresco rimangono le terme arabe El Bañuelo, l’hammam più antico e meglio conservato dell’Andalusia, con le sue tre stanze, la “fredda”, la “tiepida” e la “calda”, con bagni veri e propri e dei fori a forma di stella sul soffitto per garantire luminosità e ventilazione all’interno, e il Palazzo Dar al-Horra, residenza di Aixa, madre di Boabdi, ultimo sultano moresco di Granada.
In serata torneremo in questo caratteristico quartiere per assistere ad uno spettacolo di flamenco, il tradizionale ballo andaluso, in un’autentica dimora gitana realizzata in una grotta del Sacromonte.
Intanto ci rechiamo all‘Alhambra, il palazzo-fortezza arabo pieno di simboli della cultura moresca e di quella cattolica. Immaginate una città nella città. All’interno delle sue mura si trovano il magnifico palazzo di Nasride, originale palazzo moresco dei Sultani Nazarí, composto da diversi edifici, i bellissimi giardini del Generalife con il palazzo estivo dove i sultani si riposavano tra fontane e giardini verdeggianti e la fortezza militare con doppio bastione e possenti torri di protezione.
Cordoba
Con la sua storia, i suoi monumenti, ma anche per i suoi patios, i vicoli medioevali, la vivace vita notturna e per una tradizione culinaria d’eccellenza è una città che sa come incantare. Ma personalmente la ricorderò soprattutto perché qui ho visto uno dei monumenti più spettacolari del mondo, nel quale si accostano, convivendo in perfetta simbiosi, stili orientali ed occidentali, la Mezquita. Una Cattedrale in una Moschea o anche una Moschea in una Cattedrale. Vista come luogo di culto musulmano, é la moschea più grande del mondo islamico, ma è al tempo stesso anche il tempio religioso più ampio in termini assoluti. La mia prima impressione, entrando, è stata di stupore e meraviglia. Culture, arti e religioni così diverse tra loro qui dentro si incontrano e quasi si compenetrano. Mi accorgevo che più andavo avanti nella visita e maggiore era il mio stupore che diventava riverenza e rispetto per questo luogo senza confini tra culti diversi.
Terminata la visita alla Mezquita, a piedi raggiungiamo il ponte romano e l’Alcazar. Qui si stabilirono i Re Cattolici Isabella e Ferdinando per la riconquista di Granada. Il momento storico più importante vissuto all’interno dell’Alcázar ebbe luogo nel 1486, quando i Re Cattolici incontrarono Cristoforo Colombo per discutere del viaggio verso le Indie.
Per qualche ora ancora ci perdiamo tra i vicoli, le piazze e le strade di questa meravigliosa città.
Il nostro viaggio in Andalusia termina qui. Porterò a casa il ricordo di una terra mistica e incantevole, una regione europea che appare estremamente orientale.
Stavolta la ricetta da portare a casa è quella delle Paella de marisco, servita con della fresca sangria.
Buen provecho!
- 400 g di riso Bomba
- 1,5 l di brodo di pesce
- 1 Seppia piccola
- 5 Calamari piccoli
- 300 g di gamberi
- 6 Scampi
- 500 g di cozze
- 500 g di vongole
- 1 peperone rosso
- 100 g di piselli
- 1 bustina di zafferano
- 2 spicchi d’aglio
- 2 ciuffi di prezzemolo
- 100 g di olio evo
- Sale q.b.
- Fettine di limone per decorarla
Tagliare ad anelli i calamari, a striscioline le seppie e il peperone rosso e tenere da parte. Saltare in una padella con dell’olio i gamberi e gli scampi e a parte cuocere le cozze e le vongole con aglio, prezzemolo, sale e l’olio e farle aprire. Unire al fondo il brodo di pesce. Nella Paellera soffriggere le seppie e i calamari, aggiungere il brodo di pesce e quando bolle versare il riso e amalgamare bene per i primi cinque minuti. Passato questo tempo non toccare più il riso. Continuare la cottura a fuoco basso. Dopo cinque minuti, aggiungere i piselli, i peperoni, le cozze, le vongole sgusciate sulla superficie della paella; non girare mai con il cucchiaio. In questo modo si formerà la famosa crosticina (la socarrat). Cuocere per altri dieci minuti. Toglierla dal fuoco, e coprirla con della carta da forno bagnata e strizzata o con un canovaccio umido e lasciare riposare per circa cinque minuti. Decorare con i frutti di mare con il guscio e spicchi di limone.
“Se non ci fosse stata la Reconquista e la penisola iberica fosse rimasta musulmana non avremmo avuto Pablo Picasso, Antoní Gaudi, José Luis Rodríguez Zapatero, il flamenco, il jamón serrano e neanche la sangría…” di Andrea Lonardo