Sulle strade dell’Ovest americano

Los Angeles, Las Vegas e San Francisco ma anche il Grand Canyon, la Death Valley e lo Yosemite, lungo la panoramica strada costiera californiana, la Pacific Coast Highway e il Big Sur, per finire con Monterey, Santa Barbara e Santa Monica.

Un’emozione senza limiti, una totale meraviglia, l’indescrivibile sensazione che non esista confine con la natura circostante. Un family travel in California. Il nostro sogno americano stavolta iniziò da una riunione di famiglia e da lì una serie di proposte per decidere insieme come viverci questa avventura nell’ovest americano. Si dice che “i viaggi fanno le persone”, ma in questo caso è anche vero il contrario, è il nostro essere famiglia che rende speciali i nostri viaggi. Sono i momenti conviviali insieme, l’espressione di meraviglia davanti alle stesse cose, condividere le stesse esperienze, il creare un ricordo che non sia solo mio, ma nostro.


Ecco il nostro on the road sulla mappa


E dunque, noleggiate due auto, una mitica Mustang cabrio ed una Ford Connect monovolume 7 posti, partiamo per attraversare ben tre stati dell’Ovest americano: ARIZONA, NEVADA e CALIFORNIA.


Verso il Grand Canyon passando per il deserto del Mojave e Calico Ghost Town


Calico Ghost Town, antico e polveroso fascino western

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“Non c’è nulla che possa prepararci alla vista del Grand Canyon. Indipendentemente da quanto io abbia letto sull’argomento o da quante immagini abbia visto, la visione di uno spettacolo così immenso, meraviglioso e silenzioso è da togliere il fiato.


Nella valle del fiume Colorado ci fermiamo a Laughlin per una breve pausa cibo

Proprio sul confine tra Nevada e Arizona, c'è Hoover Dam, la diga più famosa d’America
Venne intitolata a Herbert Hoover, che svolse un ruolo fondamentale 
nella sua costruzione. Fu Presidente degli Stati Uniti d'America dal 1929 al 1933.

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LAS VEGAS lungo la “historic Route 66”

Ascolta  Get your Kicks On di  Nat King Cole 

Qualche curiosità su questa strada: è la strada più famosa degli Stati Uniti, simbolo della cultura pop del XX secolo. Aperta nel 1926, lunga 3.755 chilometri, collegava otto Stati americani da Chicago, nell’Illinois, a Los Angeles, in California, arrivando più tardi fino al molo di Santa Monica. Supportò l’economia dei piccoli paesi che raggiungeva, lungo la strada nacquero piccolissime imprese familiari (mom-and-pop), fra cui motel, diner, stazioni di servizio e officine d’auto. Famosa nella letteratura “on the road” americana, lo scrittore premio Nobel John Steinbeck, nel suo romanzo Furore, del 1939, la definisce Mother road, ovvero Strada Madre. La ritroviamo in molti film di successo, FuroreEasy Rider, The Blues Brothers, Route 66, Thelma & Louise e Rain man. Celebrata anche dalla musica. Nel 1946, in Get your Kicks On il cantante Nat King Cole ne elogiava la bellezza.

Ed ecco Las Vegas...la città del divertimento, del gioco d'azzardo e del piacere... 
e pensare che appena 100 anni fa non era che un deserto arido. 
Las Vegas vanta 19 dei 25 hotel più grandi del mondo e si trovano nella Strip. 
Molto caratteristiche le strutture interne con la ricostruzione fedele dei luoghi
a cui si ispirano, ad esempio un ambiente storico, un’antica civiltà o una città famosa.  

Nella hall del Caesars Palace, rivive l’opulenza dell’antica Roma. Oltre tremilatrecento stanze, un ricco calendario di concerti spesso con artisti come Celine DionMariah Carey, Elton John.  Dentro la hall un grande e “griffatissimo” centro commerciale interno dove le commesse indossano toghe e pepli. Il soffitto riproduce in maniera molto efficace il cielo.

Un paio di puntate presso alcuni dei casinò più famosi della Strip di Las Vegas...
...e via per la Death Valley.

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Eccoci verso la Death Valley, la valle della morte: 1,34 milioni di ettari di dune di sabbia, distese di sale e caldo rovente. Circa 9 milioni di anni fa, un antico lago occupava “la valle della morte“. Oggi e’ il punto più’ basso del Nord America, il suo paesaggio arido e desertico, le rocce stratificate dai venti caldi, i diavoli di sabbia, in inglese Joshua Tree, quella luce accecante e quel caldo che si attacca alla pelle come fosse fuoco danno l’impressione di trovarsi su un altro pianeta. Il consiglio è auto con aria condizionata, acqua e tanto spirito di avventura, ma si può fare! Temperatura percepita…129 gradi Fahrenheit (° F) cioè 54 gradi centigradi (°C).

Una sosta rinfrescante presso la casa dei "ranger" a Furnace Creek, nella Valle della Morte. 178 piedi (54 metri)sotto il livello del mare

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Da 50 gradi all'ombra passiamo a 10 gradi: Lee Vining, la porta dello Yosemite National Park. Prima di cena una rapida quanto suggestiva escursione al Mono lake per ammirare il tramonto. 

MONO LAKE,  residuo salmastro di un antico mare interno

Ci sono posti nel mondo che ci inducono a credere di trovarci su un altro pianeta. Il “Mono Lake” è uno dei laghi più antichi del Nord America, si trova a nord di Lee Vining e Tioga Pass, ha oltre 1 milione di anni ed è alimentato dai torrenti della Sierra orientale. L’acqua dolce che evapora dal lago ogni anno deposita sali e minerali. Il Mono Lake è circa 2 volte e 1/2 più salato dell’oceano e molto alcalino.

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LE VETTE GRANITICHE DELLO YOSEMITE NATIONAL PARK

Nella High Sierra per lo Yosemite National Park attraverso il Tioga Pass,  il passo più alto guidabile in California poi si procede a piedi tra laghi, prati e foreste. Il simbolo del Parco è la monumentale e granitica roccia “Half Dome” (1444 m.) E poi c’è il monolito in granito più alto al mondo El Capitan” (900 m dal suolo). Un’idea di altezza? Immaginate 3 volte più alto della punta della Torre Eiffel.

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Direzione… SAN FRANCISCO

“Un giorno se vado in paradiso … mi guarderò intorno e dirò: “Non è male, ma non è San Francisco”

One day if I do go to heaven… I’ll look around and say, ‘It ain’t bad, but it ain’t San Francisco“.

Herb Caen – umorista e giornalista di San Francisco 

Una delle città più affascinanti degli Usa, tappa imprescindibile di un viaggio nel West! 49 miglia quadrate (126,909 km quadrati) di glamour e di meravigliosi panorami: Lombard Street, la via più serpeggiante della città, il Cable car, senza ombra di dubbio, uno dei simboli di San Francisco, lo spettacolare e iconico Golden Gate, le case vittoriane di Alamo square, dove si trovano le famosissime “Painted Ladies”, il quartiere di Castro,  il quartiere della bandiera arcobaleno più famoso al mondo, e Chinatown, la più grande comunità cinese al di fuori della Cina, e ancora Union Square, centro commerciale e culturale di San Francisco, il Financial District, il centro finanziario della città con il suo Transamerica Pyramid, il grattacielo con le guglie, il Fisherman’s Wharf, dove si può ammirare una colonia di leoni marini che si rilassano e prendono il sole e con quel loro verso curioso sembra quasi sentirli fischiettare, il Pier 39, una delle zone più vive e interessanti di San Francisco e Haight Ashbury, il quartiere Hippy. Infine sulle colline di Twin Peaks, per avere tutta la baia di fronte.

San Francisco e i grattacieli
Su e giù per i tornati della Lombard Street nel tratto Russian Hill.

HAIGHT ASHBURY, il quartiere “hippy”, qui negli anni ’60 esplodeva il fenomeno della “Summer of Love



Cable car

Ultimo sistema funzionante nel suo genere al mondo. Più che un tram lo definirei una sorta di carrozza di legno trainata su rotaie da una fune sotterranea! Il conducente muove solo delle grandi leve dei freni e della frizione poste all’interno della cabina e suona la campanella. Arrivati al capolinea scende dalla vettura per far ruotare la carrozza su una piattaforma girevole e poter così invertire il senso di marcia, il famosissimo turn-around! I cavi sono mossi da un’unica stazione, il Cable Car Barn, che si trova all’incrocio tra Mason Street e Washington Street. Viaggiarci su è davvero emozionante!

Per i più temerari l'altra alternativa per spostarsi è ...pedalare!

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La Missione Dolores, L’edificio più antico di San Francisco. Si tratta di una chiesa in stile coloniale spagnolo fondata dai missionari nel 1776 per convertire le tribù indiane al cattolicesimo.


Golden Gate Bridge, il ponte sospeso sull’oceano Pacifico

Fu inaugurato nel 1937 e per celebrare l’evento venne creata una canzone ad hoc.
There’s a Silver Moon on the Golden Gate

Tre corsie per ogni senso di marcia, corsie pedonali e ciclabili. Attraverso il ponte, passa una delle più lunghe autostrade del paese, la U.S. Route 101. 


Il Fisherman’s Wharf  e la sua atmosfera marinaia

Pescherecci, leoni marini che si crogiolano al sole, bancarelle di pesce e ristoranti e calderoni di granchi giganti al vapore.

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Partiamo dal Pier 33 di Fisherman’s Wharf, per una gita sull’altro lato della baia verso l’isola di Alcatraz, circondata da acque gelide con forti correnti, dove i criminali più famosi d’America come Al Capone, detto Scarface,  George R. Kelly, noto anche come George “Machine Gun” e Robert Franklin Stroud, “l’Ornitologo di Alcatraz” furono imprigionati.

ALCATRAZ, la prigione più famosa del mondo


"Rompi le regole e vai in prigione, rompi le regole della prigione e vai ad Alcatraz".

“Break the rules and you go to prison, break the prison rules and you go to Alcatraz”


L’isola che guarda dal mare San Francisco è stata una fortezza durante la guerra civile, poi una prigione militare per divenire dal 1934 al 1963 uno dei penitenziari federali più noti della storia degli Stati Uniti. La visita all’interno del penitenziario è un’esperienza unica, 4 blocchi di celle buie e fredde, il grigio dei muri, le recinzioni in acciaio, l’ambiente tetro e silenzioso, inospitale e quelle celle del blocco D dalla 9 alla 14, note come “The Hole” (il buco), fanno venire i brividi.

Henri Young testimoniava la propria esperienza al “The Hole” di Alcatraz durante il suo processo nel 1941

«Le sue dimensioni erano approssimativamente quelle di una cella regolare […]. Potevi toccare il soffitto se allungavi le braccia […] Vi venivi lasciato nudo. Le guardie prendevano i tuoi vestiti e li controllavano attentamente per controllare che non vi fossero dei granelli di tabacco nelle tasche o nel taschino. Non vi era sapone. Niente tabacco. Niente spazzolino da denti. L’odore – beh lo si può descrivere solo col termine di “puzza” – era come quello di una fogna. Era nauseante. Dopo aver ispezionato gli abiti, te li tiravano. Per materasso, avevi due coperte, che ti venivano date all 17:00. Non avevi scarpe, non avevi letto, niente di niente eccetto quattro mura e due coperte. I muri erano dipinti di nero. Una volta al giorno mi davano tre fette di pane. Nei tredici giorni che mi ci trovai, ebbi in totale due pasti come si deve… Ho visto un uomo nelle stesse celle farsi un solo bagno una volta sola, con un catino d’acqua gelata gettatogli addosso.»

Le cicatrici della battaglia della violenta fuga fallita del 1946 di Bernie Coy sono ancora visibili. Le aree di alcune parti del pavimento sono scheggiate, screpolate e sbiadite dall’esplosione delle granate. La battaglia causò la morte di due ufficiali di correzione, Bill Miller e Harold Stites.

Nei dieci anni successivi alla Battaglia di Alcatraz nessun detenuto ha tentato la fuga, ma la mattina del 12 giugno 1962 i detenuti si appoggiarono alle sbarre mentre le guardie iniziarono il conteggio. Stranamente, le guardie si resero conto che mancavano tre detenuti. Pensando di aver contato male, tornarono indietro per i corridoi e ricontarono, ma ottennero lo stesso risultato. Mancavano tre detenuti …i fratelli Clarence e John Anglin con Frank Morris. Dopo pochi minuti, venivano attivate le assordanti sirene per dare l’allarme ma fu troppo tardi…l’unica e la più famosa fuga da Alcatraz era già avvenuta. La sorte dei fuggitivi rimane tuttora avvolta nel mistero. Nel 2009, il vicesceriffo Michael Dyke, degli U.S. Marshal, ha dichiarato: «Finché non ci sarà la certezza che siano morti, noi continueremo a raccogliere informazioni su quei tre».

Nel 1979 Clint Eastwood presentò il film Fuga da Alcatraz. Un servizio di Life del maggio 1944 sulle mode liceali descriveva la nuova mania di ricamare “Alcatraz ’44” e “Sing Sing ’45” sul dorso delle camicie e dei giubbotti jeans.

Cormorani e gabbiani ad Alcatraz

San Francisco dalle Twin Peaks

Prima di lasciare questa stravagante e bellissima città, un ultimo sguardo dal punto più panoramico di tutta San Francisco, le Twin Peaks, due prominenti colline con un’altezza di circa 282 m, il picco a nord si chiama Eureka e il picco sud, Noe.

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L’HIGHWAY 1 e il BIG SUR cielo, oceano e scogliere

Verso Los Angeles imboccando la Pacific Coast Highway o Highway 1, una magnifica strada costiera con scorci unici e panorami mozzafiato, suggestivo il tratto del Big Sur con la vista sul Bixby Creek Bridge. Solo questa strada è un viaggio nel viaggio! Un’atmosfera di magia quasi palpabile. Prossime tappe: Monterey, Pacific Grove, Peeble Beach, Carmel, Santa Barbara, Malibu e Santa Monica. Facciamo una sosta a Pescadero per vedere la colonia di leoni marini.

Tra le spiagge del Big Sur merita un posto d’onore “Pfeiffer Beach“, posizione incantevole, sabbia di colore violetto, le suggestive roccie su cui si infrangono potenti e fragorose onde, e l’imponente arco di roccia Keyhole Arch, dove al tramonto i raggi del sole affacciandosi dentro disegnano uno spettacolo naturale unico al mondo.

Lungo la costa il famoso The Lone Cypress (il cipresso solitario).
Se ne sta lì su quella roccia da 250 anni.

Che dire, atmosfere di una volta, lente,romantiche. Una pausa “cibo” ai margini della foresta di sequoie di Big Sur, presso la dimora storica di “DEETJEN” premiata come “Best Place for Breakfast” nella contea di Monterey!

Solo luoghi di un personaggio così meraviglioso possono indurti a pensare di essere a casa.”  

Sunset Magazine

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MONTEREY, storia antica e arte postmoderna

Pochi luoghi sulla terra possono essere all’altezza del proprio mito, ma Monterey è una notevole eccezione”.

Few places on earth can live up to their own mythology, but Monterey is a notable exception. (Anonimo)

A Monterey visitiamo il quartiere storico di Cannery Row e le antiche industrie conserviere di sardine citate dai romanzi “Cannery Row” e “Sweet Thursday” del famoso autore locale John Steinbeck. Il pittoresco Old Fisherman’s Wharf e l’artistica Carmel.

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La “17mile-drive”, una delle strade più romantiche e scenografiche del mondo che va da Pacific Grove a Peeble Beach: boschi di cipressi scolpiti dal vento, le distese del prato da Golf più esclusivo della California(“Pebble beach Golf“), la brezza profumata dell’oceano resa più intensa dalle tante alghe che ci sono a riva, animali in libertà come cervi e daini, le foche con i loro cuccioli e un meraviglioso sole che ci accompagna. La sensazione provata lungo questo tragitto è stata di immensa felicità! F A N T A S T I C A.

Una sbirciatina alle "case" sulle rive dell'Oceano Pacifico e ai vip della zona.

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Santa Barbara, Malibu, Santa Monica dove termina la famosa Route 66.   Lungomari, palme ondeggianti e bianche spiagge.

Santa Barbara, la “riviera americana”

Fiori e boungaville ovunque, le case in stile ispanico, le barche a vela e i kayaki, gabbiani nel cielo sull’oceano e le balene al largo. Il più antico molo di legno di tutta la California datato 1872, “Stearns Wharf“. 

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Malibu, spiagge meravigliose, surf e VIP


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Santa Monica, la Baywatch degli anni ’90


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Rovesciate il mondo su un fianco e tutto ciò che è slegato cadrà su Los Angeles“.

Frank Lloyd Wright

LOS ANGELES E IL MITO HOLLYWOODIANO

Los Angeles, la città stellata, piena di attrazioni, una continua mescolanza di genti, attività e colori: Beverly Hills, dimora di molti attori e celebrità, Venice Beach, la zona più eccentrica di LA, il Sunset Strip, una striscia di strada di 2,5 chilometri  cuore pulsante della vita notturna, la Walk of Fame, il marciapiede più “scintillante” al mondo, a Hollywood, il Dolby Teather, il teatro in cui ogni anno si celebra il rito degli Oscar, la famosa scritta Hollywood, e per finire una visita sui set cinematografici interni ed esterni degli Universal Studios, una delle prime case di produzione  al mondo.

Beverly Hills, uno dei luoghi più glamour di tutta la California. Dalla famosa Rodeo Drive alle colline a nord di Sunset Boulevard per dare una sbiciatina alle lussuose “case” delle star americane.


E per immergerci ancora di più in questa atmosfera holliwoodiana niente di meglio di una gita agli Universal Studios: il luogo dov’è nato il mito del cinema targato USA.

Qui ci attendono mega attrazioni, set cinematografici, sale 4D, spettacoli come WaterWorld, con stuntmen reali in una riedizione del film di fantascienza diretto dal regista Kevin Reynolds con protagonista il divo americano Kevin Costner.


Sale cinematografiche simulatrici di movimento, bloccati ai sedili, il pavimento si solleva e si inclina, la sensazione è di muoversi e precipitare sbandando dentro il film in 3d Cattivissimo me

E poi ancora una visita ai set dei colossi della cinematografia da Lo squalo a Fast & Furious, da Psycho a La guerra dei Mondi. Immersi dentro una giungla a 360°, dentro un tram che dondola e oscilla ci trascinerà in mezzo ad una mischia tra King Kong e i dinosauri…tutto sembrerà assolutamente reale! Riconoscete qualcuno di questi set cinematografici?

Il nostro sogno americano nell’Ovest degli stati Uniti termina qui, rimarrà per noi un ricordo indimenticabile.


Tra i ricordi resteranno indelebili quelli culinari. Una miscelanza di sapori cinesi, messicani, giapponesi, italiani, fa eccezione la “T-bone steak”, famosa bistecca americana presente in ogni locale e accompagnata sempre da patatine fritte o arrostite. Una gustosa carrellata fotografica tra Avocado toast, California roll, Cobb salad, crab cakes e Huevos rancheros, giusto per dirne alcuni e poi lei, la “clam chowder” (zuppa di pesce densa, preparata con patate, panna o latte e vongole), di cui posto la ricetta.

Clam chowder

  • 1,5 kg di vongole
  • 2 cipolle
  • 3 spicchi di aglio
  • 1 goccetto di brandy
  • 4 patate di media dimensione
  • 500 ml di brodo vegetale e di pesce
  • 1 mazzo di erba cipollina
  • sale e pepe
  • 100 grammi di burro
  • 150 grammi di bacon, pancetta o guanciale
  • 300 ml di panna fresca o latte intero

Lavare, cuocere in una padella con olio e aglio e sgusciare le vongole. Scolare il liquido di cottura e tenerlo da parte. Affettare finemente una cipolla, fare appassire in 4 cucchiai di olio con il bacon tagliato a tocchettini, 10 minuti, senza bruciare nulla. Sfumare con un goccio di brandy o vino bianco fermo. A questo punto sciogliere 100 grammi di burro in padella, poi aggiungete 4 cucchiai di farina, tostare, rimescolare e cuocere per 3-4 minuti. Aggiungere il liquido di cottura delle vongole, 1 bicchiere di brodo vegetale (ma sarebbe meglio di pesce) e la panna, rimescolare, mettete dentro le patate sbucciate e tagliate a dadini, condire con sale e pepe e cuocete per 15 minuti. A pochi minuti dalla fine della cottura, buttare le vongole nel chowder. Servire in ciotole singole, spolverare con sale, pepe ed erba cipollina e servite con pane abbrustolito.

E come sempre…Enjoy your meal!


E’ davvero difficile tornare da un viaggio del genere, dopo aver sentito qualcosa di così vitale addosso come il profumo e la brezza dell’oceano,  dopo essersi sentiti avvolgere da quei tramonti meravigliosi che ti sembra di toccare e respirare, dopo essersi sentiti così infinitamente piccoli di fronte a quella natura così immensa e libera…

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