San Pietroburgo, la città degli Zar

Il grande freddo, è il nome che abbiamo dato a questo nostro viaggio. Sino a qualche giorno prima della partenza ci domandavamo se fosse stato saggio scegliere di andare in vacanza nel mese di gennaio a San Pietroburgo, ci sarà freddo sicuramente, ma quanto freddo? Nevicherà, si certo ma farà tanta neve? e così via. Era inevitabile che Roby ci avrebbe dato un taglio, e quando lo fece, fu radicale, com’è nel suo carattere! E alla fine muniti di tutto l’abbigliamento necessario per affrontare i climi più freddi possibili partimmo!

La neve si perdeva a vista d’occhio, sulla pelle del viso iniziavo a sentire un leggero formicolio e le guance diventarono rosee all’improvviso, una sensazione semplicemente energizzante! E lo spettacolo del fiume Neva ghiacciato con i suoi grandiosi ponti, dei sontuosi palazzi barocchi e liberty è davvero unico. Uno dei momenti più magici la passeggiata sulla Prospettiva Nievskii con il testa il motivo di “Prospettiva Nevski” del maestro Franco Battiato.

Un vento a trenta gradi sotto zero
Incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili
A tratti come raffiche di mitra disintegrava i cumuli di neve
E intorno i fuochi delle guardie rosse accesi per scacciare i lupi…

…E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare
L’alba dentro l’imbrunire.


La metropolitana di San Pietroburgo è stata originariamente pensata come luogo di rifugio in caso di attacco nucleare, e proprio per questo motivo è profondissima. Le scale mobili sono lunghissime, sembrava non arrivare mai a scendere e soprattutto dentro fa molto caldo ma tutte le stazioni sono pulitissime.


Ma dove si respira tutta l’opulenza imperiale è nella residenza imperiale degli Zar, il Palazzo d’Inverno, che oggi ospita uno dei musei più grandi e importanti del mondo, l’Ermitage, contiene più di tre milioni di opere. Bellissimo da fuori, una favola dentro e una totale immersione d’arte e di cultura, indimenticabile!

Approfittando del bel tempo siamo andati a fare quattro passi…

E’ arrivato il momento di andare a visitare la Собор Воскресения Христова, o più semplicemente la Cattedrale della Resurrezione di Cristo. A vederla da fuori sembra quasi un grosso e goloso pasticcino! Dentro è una scrigno d’arte.


Attraversiamo il confine per andare in Estonia, a Tallin. Il paesaggio innevato è magico, quasi incredibile, tutto avvolto in un abbraccio candido e morbido. Tra i fiocchi di neve, nella nebbia, si intravedono le sagome delle case, degli alberi e persino di qualche temerario abitante della zona.

Per il trasferimento da San Pietroburgo a Tallin impiegheremo circa 6 ore …e il resto continuerò a raccontarlo nel prossimo articolo…dal titolo Tallin, il fascino della città medievale.

Ma prima, come sempre, ecco la ricetta da portare a casa, giusto un piccolo assaggio della cucina russa. Noi abbiamo potuto gustare tante zuppe, ce ne sono davvero di tutti i tipi, a me è piaciuto molto il borsch, una zuppa di barbabietola con altre verdure, come carote, funghi, cavolo, cipolle, patate e carne.

Stavolta la ricetta da portare a casa è quella dei Blinis, le focaccine russe.

q.b. erba cipollina
q.b. olio
½ bustina Lievito
1 Uovo
150 ml di latte
80 g di farina
1 pizzico di sale

Prendere l’uovo e dividere il tuorlo dall’albume. In una ciotola si mescolano i tuorli con l’aggiunta graduale di latte, farina e lievito setacciati. Questa pastella deve riposare per circa un’ora coperta dalla pellicola trasparente. Gli albumi si montano a neve e si aggiunge il tutto alla pastella riposata con un pizzico di sale. Poi, con movimenti dall’alto verso il basso, si cerca di ottenere una crema liscia senza però rischiare di smontare il composto. Fatto questo, ungere una padella antiaderente con un filo di olio e quando è ben calda si versa con un mestolo una porzione scarsa di impasto, i blinis non dovrebbero avere un diametro di grandi dimensioni. Si fa cuocere a fuoco lento prima da un lato, poi dall’altro, senza avere fretta di girarli, ma facendo comunque attenzione alla fiamma.

… e Приятного аппетита!

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